Grazie ad @alexias74 scopro il Kaizen, una strategia di management basata sul miglioramento continuo (dalle parole giapponesi “kai” che significa “continuo” o “cambiamento” e “zen” che significa “miglioramento”, “meglio”) e mi rendo conto che, seppur non indicata con tale nome, ne parla anche Edward De Bono nel suo libro Essere Creativi – Come far nascere nuove idee con le tecniche del pensiero laterale.
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PREMESSA: IL CONCETTO DI MIGLIORAMENTO
Nella cultura occidentale la nozione di “miglioramento” è stata sempre riferita all’eliminazione dei difetti, alla soluzione dei problemi, alla correzione degli errori. Questo è strettamente connaturato con l’orientamento generalmente negativo del pensiero occidentale. Anche i giapponesi si preoccupano di eliminare gli errori, ma questa è solo la fase iniziale del miglioramento. A differenza degli Occidentali, i giapponesi sono capaci di prendere in esame qualcosa apparentemente perfetto e mettersi in testa di migliorarlo. Il concetto giapponese di miglioramento non si limita a raddrizzare le cose. [Edward De Bono – Essere Creativi]
MEGLIO = PIÙ SEMPLICE
È necessario avere una chiara idea di di ciò che si intende con l’aggettivo migliore. […] In futuro, “meglio” significherà sempre “più semplice”. La semplicità ha un altissimo valore per gli utilizzatori e i consumatori. La semplicità ha un altissimo valore per i produttori […].” [Edward De Bono – Essere Creativi]
Semplificare è un lavoro difficile ed esige molta creatività. Complicare è molto più facile, basta aggiungere tutto quello che ci viene in mente […]. [Bruno Munari – Da Cosa Nasce Cosa]
Il KAIZEN COME STILE DI VITA
Il Kaizen pare assomigliare di più a una filosofia, uno stile di vita, piuttosto che ad una strategia, poiché si basa sul fatto che ogni cosa fa parte di un processo e qualunque processo può essere migliorato costantemente, anche quando non presenta errori. Il miglioramento dovrebbe dunque essere continuo e inesorabile, non in completa rottura con il passato, ma una sua “evoluzione creativa”.
IL KAIZEN COME ENERGIA CHE VIENE DAL BASSO
In base a quanto sinora scritto, per quanto riguarda soprattutto le aziende, il miglioramento necessita il convolgimento di tutti gli stakeholder (cliente incluso, ovviamente). In sintesi si dovrebbe incoraggiare ogni soggetto coinvolto a proporre ed apportare ogni giorno dei piccoli cambiamenti nel proprio contesto di dialogo con la marca (es. per i dipendenti ciò equivale alla propria area di lavoro), impegnandosi in prima persona a perseguire il miglioramento continuo.
IL KAIZEN, LA CREATIVITÀ E IL PENSIERO LATERALE
Il Kaizen e l’atmosfera di miglioramento continuo che ne consegue, non derivando dalla ricerca di suluzioni a problemi o errori, non può non presupporre la pratica del lateral thinking, del pensiero laterale. Il pensiero laterale è infatti “una forma strutturata di creatività che può essere usata in modo sistematico e deliberato“, che punta a utilizzare elementi esperienziali noti, le informazioni in proprio possesso, interpretendoli in maniera originale, esplorando “approcci diversi” per non rischiare di confondere “il pensare con l’essere logici” [Theodore Lewitt].
Per mantenere alta la spinta al miglioramento, per creare i piccoli cambiamenti che lo rendono possibile, occorre ovviamente cambiare continuamente il proprio punto di vista, il proprio modo di pensare e di guardare al processo da perfezionare. In sintesi occorre abbandonare la logica ed utilizzare la creatività.
IL KAIZEN COME PROCESSO
Il Kaizen, visto come processo, può essere assimilato al ciclo di Deming (o ciclo PDCA):
- PLAN – uno dei soggetti coinvolti, attraverso il lateral thinking, ha un’idea creativa di miglioramento di qualcosa
- DO – si testa l’idea creativa attraverso simulazioni per verificarne la validità
- CHECK – si valutano i risultati dei test e delle simulazioni per verificare se l’idea creativa ha raggiunto l’obiettivo prefisso
- ACT – se l’obiettivo risulta raggiunto si cambiano gli standard e si adotta il nuovo metodo derivato dall’idea creativa
In una politica di continuo brainstorming guidato dalle tecniche del pensiero laterale, ogni soggetto deve essere e sentirsi coinvolto. Complesso quanto fondamentale soprattutto il compito dei responsabili di area e di progetto, dei manager ai vertici della gerarchia aziendale, fattori chiave per la creazione di un’atmosfera aperta a ogni analisi, alle critiche e ai suggerimenti, anche quando risultassero non del tutto in linea con gli obiettivi.
IL KAIZEN E I SOCIAL MEDIA
Appare evidente quanto, sposando la filosofia del Kaizen, strumenti come i social media possano risultare importantissimi per ogni azienda, se adeguatamente utilizzati. Aprire finestre di dialogo con il consumatore, rendendolo prosumer a tutti gli effetti, per comunicare il proprio brand e ascoltare quel che effettivamente risulta essere percepito, per capire quale sia realmente la propria immagine e la propria reputazione, per arrivare a individuare fonti di miglioramento, sono alcune delle attività rese tecnicamente semplici da tali mezzi.
La parte complessa relativa alla definizione di strategie di social networking aziendale riguarda, non l’impostazione tecnica degli account (in realtà alquanto intuitiva), ma la composizione di un quadro strategico che permetta, agevoli e definisca le dinamiche di ascolto, la creazione di interazione e dialogo, l’empatia.
Per queste cose non bastano slogan, payoff, claim e promozioni, occorre sensibilità, motivazione e vero interesse verso l’interlocutore.
Quanti di voi hanno un approccio Kaizen al propio corporate o personal brand?
Un grazie particolare ad @alexias74, @Jovanz74, @braccinocorto, @la__splendida e @the_n0ise che hanno dato il via a questa mia riflessione su Twitter.
Definizione del Kaizen – fonti:
Wikipedia.org
Qualitiamo.com
12manage.com